Treno

Milioni di donne svanite nel buio  

Abbiamo viaggiato molti giorni e molte notti . . . la destinazione ci è ignota. Siamo stretti, gomito a gomito, uomini e donne, vecchi e neonati.  

Sopra le nostre teste c’è una nube puzzolente, ristagnante, l’oscurità è assoluta. 

Faccio quasi fatica a respirare, . . . le mani e i piedi, praticamente bloccati da molte ore nella medesima posizione, sono gelati e intorpiditi, le ore, cui non riesco più a dar tempo, sono diventate lunghissime o al contrario brevissime, la mia mente non ha il senso del  tempo.  

Resto così, come chiusa dentro una crisalide.  

Ma il buio non dura molto, mi sento bagnata e puzzolente . . . qui non ci si può muovere per andare a “liberarsi” in un angolo privato, sei stretto e obbligato a fare tutto stando fermo e in piedi. Chiedo scusa al mio vicino . . . quasi avessi bagnato il suo giardino . . . così decido di disciplinare il mio corpo, sento dei forti dolori al ventre che le scosse del treno peggiorano, cerco di dormire, ma gli scossoni sono numerosi, apro gli occhi ai rallentamenti e alle fermate e mi riaddormento alle partenze.