HITLER, UN DITTATORE consapevole o UN MALATO MENTALE ?

Su un quotidiano MILANO SERA  di lunedì 17 dicembre 1945, . . .   In seconda pagina, con poca enfasi un piccolo titolo “HITLER IN GABBIA” dove si narra . . . che il dittatore, nell’estate del 1941, si trovava in Baviera per visitare una casa di cura per alienati per mostrare al mondo che le cliniche e gli ospedali tedeschi erano particolarmente seguiti dall’occhio vigile del Fuhrer.   Fu accompagnato nei vari reparti e potè rendersi conto dell’ospitalità e della comodità degli ambienti dei ricoverati e l’assistenza premurosa verso di essi. Passando dinanzi a un padiglione su cui vi era un cartello PERICOLOSI, il Fuhrer si fermò e volle entrare. Il direttore, molto preoccupato, gli bisbigliò che là dentro c’erano 12 uomini che asserivano di essere il fuhrer. Il capo dei tedeschi, allora entrò . . .  fu preso da grande sbigottimento quando si vide circondato da 12 uomini, completamente nudi e rassomiglianti a lui in maniera impressionante, con il braccio teso e il ciuffo spiovente e in disordine sulla fronte. Gli sorridevano, poi con calma anch’egli si denudò e contraccambiò il loro sorriso. . .

Passarono tre ore, il direttore, gli inservienti della clinica erano preoccupati, telefonarono a Goring che raggiunse velocemente la clinica. Entrò a sua volta nel camerone . . .
Fu presto circondato da 13 uomini tutti uguali . . . fece altri tentativi per ritrovare il vero capo dei tedeschi, ma poi, deluso ma pratico disse al direttore:
“Me ne occorre uno, fate in modo che uno di questi possa seguirmi in macchina . . .”

Ma allora Hitler fu un malato mentale  prelevato da una clinica? Come tale si comportava, era  in continua lite con i comandanti e intorno a lui, a poco a poco, ci fu il vuoto militare, gli ufficiali venivano quotidianamente offesi volgarmente, una collera furiosa lo induceva a prendere decisioni strampalate ed inefficaci militarmente.   Inghiottiva medicine come fossero digestivi o sonniferi, ogni ora esigeva una medicina, ne prendeva 28 al giorno, . . .  così accusava sempre eccessi di debolezza, nausea, brividi, edemi sui piedi, ebbe disturbi dell’equilibrio, aveva il morbo di Parkinson, il viso precocemente invecchiato, il corpo spesso oscillante, odiava la luce e perciò prese a viaggiare di notte su una macchina con le tendine perennemente abbassate,
Fra le sue numerose idee strampalate c’era quella di voler creare una colonia tedesca in Crimea, l’avrebbe chiamata Taurine o Goteland (Terra dei Goti) la cui capitale si sarebbe chiamata Theodorichhafen (porto di Teodorico). Le città dovevano essere immensi giardini di tigli e di querce . . . nel frattempo inventava la mansione di incaricato speciale per la cura dei cani, o di vice capo per la lotta contro le mosche e gli insetti. . .   Aveva molte paure come quella dell’esplosione improvvisa della luna e la caduta dei cieli sulla stirpe germanica.   Spesso sedeva silenzioso alla sua scrivania, depresso con accanto solo il suo cane lupo, le notti insonni le passerà a regalare ai suoi intimi lunghissimi monologhi e in cui i presenti erano obbligati a star svegli, disperatamente cercando di sorridergli . . .  nella maturità, attraverso le righe di un giornale, avrebbe risposto ai quesiti vegetariani di chi si cibava solo di verdure.