Morbegno   
La mia storia ha inizio da Morbegno

Per ricostruire la mia storia ci sono voluti 12 anni, il tempo si era portato via alcuni testimoni di certi avvenimenti tragici che riguardavano  la mia famiglia.
Poi una voce ha cominciato a raccontare, un ricordo lontano, un episodio sofferto, un pettegolezzo ancora presente…..
Una sorella di Augusta, un vecchio partigiano, una dolce signora dai capelli bianchi, la famiglia di un deportato….
Qualche tessera di questo mosaico ha perso lucentezza, ma ormai io ho ritrovato mia madre, una donna coraggiosa che volle donarmi la vita, anche se quella cellula dentro di lei era stata posta,  con la violenza,  da un militare tedesco durante un trasporto da Auschwitz a Dachau.
Qualche punto della mia ricostruzione storica mi è ancora oscuro, ma sono l’unica depositaria di una storia incredibile ma documentata e che mai avrei pensato di poter scrivere.
Ho dovuto, necessariamente, inserire pagine di “ricostruzioni veridiche” perché alcune testimonianze furono  a me riportate  da persone non presenti negli avvenimenti di allora.
Resta confermata e certo il percorso lavorativo di Augusta  come prigioniera e lavoratrice straniera nei campi di Gorlitz e Graz, la sua figura appare defilata , nascosta fra le migliaia di schiavi  lavoratori   ad Auschwutz, Dachau e Mauthausen, e forse proprio per questo,  sopravissuta all’orrore di  quei famigerati campi nazisti, fu colpita dalle più meschine maldicenze sia dei familiari che dai paesani. Contro di lei ci fu chiusura mentale totale, le incomprensioni materne furono per lei amare  e sconvolgenti ,  e la portarono inesorabilmente  all’abbandono di quella piccola neonata, che con tanta forza ed energia, era sopravissuta ad avvenimenti tragici e a un viaggio faticosissimo. Augusta amava quella sua bambina ma l’ambiente esterno divise per sempre quelle due creature.
Non poteva presentare a nessuno “pezze giustificative” del suo lungo peregrinare. Come poteva una donna fuggita da un campo di punizione della Gestapo giustificare il suo lungo errare  tra Austria e Italia?
Aveva portato in Italia una figlia di un tedesco, che nessuno voleva vedere né accettare….Desideravano solamente  che quella storia fosse dimenticata per sempre,  io fui adottata da una famiglia milanese meravigliosa, ebbi tanto amore, fui circondata da affetto e serenità . Ma al compimento dei miei 50 anni, tornò dentro di me un spasmodico desiderio di conoscere il volto di mia madre Augusta e incominciarono le mie ricerche . . "

 
Maria Rosa a 6 mesi
 
a 2 anni

a 3 anni

sulla porta di casa

Duomo di Milano
11 dicembre 1947

 I genitori adottivi